Questa rubrica settimanale propone il confronto tra due opere dell'arte figurativa - pittoriche, scultoree o architettoniche - che siano rappresentative di due distinti periodi della scienza e della tecnica dell'uomo: l'età dei pigmenti naturali, che spazia dal neolitico fino alla società preindustriale, e l'età dei pigmenti artificiali, che dal XIX secolo arriva fino ai giorni nostri.
Le opere proposte non sono accostate in modo del tutto casuale. Ciascuna coppia di immagini è infatti presentata come la manifestazione duale di una medesima tonalità cromatica o di un medesimo soggetto, nonostante esse appartengano a ambiti artistici, storici e culturali anche molto lontani tra loro.
Tiziano Vecellio, Sacra conversazione Balbi, 1512 - 1514, olio su tela, 130 x 185 cm, Fondazione Magnani - Rocca, Mamiano di Traverseto (Pr). Il colore utilizzato nella rappresentazione della Madonna è un acceso rosso vermiglio, ottenuto dalla macinazione del cinabro, un minerale a base di solfuro di mercurio (oggi bandito per la sua tossicità). Il forte contrasto cromatico tra la veste rossa e i toni prevalentemente scuri del dipinto pone la Madonna con il bambino in una posizione di primo piano nell'economia dell'opera. |
Paul Cézanne, Arlecchino, 1888 - 1890, olio su tela, collezione privata. Il rosso utilizzato dall'artista è ricavato artificialmente dalla sintesi dell'alizarina, scoperta di recente dall'industria chimica tedesca. |
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