sabato 11 novembre 2017

Il vecchio e il nuovo. Giallo e blu, colori preziosi

Questa rubrica settimanale propone il confronto tra due opere dell'arte figurativa - pittoriche, scultoree o architettoniche - che siano rappresentative di due distinti periodi della scienza e della tecnica dell'uomo: l'età dei pigmenti naturali, che spazia dal neolitico fino alla società preindustriale, e l'età dei pigmenti artificiali, che dal XIX secolo arriva fino ai giorni nostri.

Le opere proposte non sono accostate in modo del tutto casuale. Ciascuna coppia di immagini è infatti presentata come la manifestazione duale di una medesima tonalità cromatica o di un medesimo soggetto, nonostante esse appartengano a ambiti artistici, storici e culturali anche molto lontani tra loro.

Leone decorativo appartenente alla via processionale che conduceva alla Porta di Ishtar, presso l'antica città di Babilonia, oggi ricostruita nel Pergamonmuseum di Berlino. Costruita nel 575 c.C. per ordine del sovrano Nabuccodonosor II, l'opera è composta da mattonelle in terracotta ricoperte da uno smalto a base di lapislazzuli.

Vincent Van Gogh, Campo di grano con mietitore, 1889, olio su tela, 72 x 60 cm, Essen (Germania), Museum Folkwang. Gli impressionisti sono la prima generazione di artisti ad usare i tubetti di colore sintetico, nati nella seconda metà del XIX secolo.

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